venerdì 17 agosto 2012

Ah...ecco...Taranto


Sono stato a Taranto per lavoro...un venticinque anni fa. Era l'epoca della vecchia Italsider. Arrivato da Milano la sera prima e dormito sul posto, al mattino mi sono presentato su appuntamento al funzionario interessato ai prodotti che vendevo. Riassunto della scena
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Entro in uno stanzone riempito con sei o otto scrivanie, non ricordo bene, dove i sei / otto tizi leggevano il giornale, e parlavano di calcio /donne /motori.
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Il tizio a cui dovevo parlare depone il giornale e mi ascolta, gli altri continuano sereni come prima 3
Terminato il colloquio, il mio amico riprende il giornale e via come prima

Voci che correvano nell'ambiente industriale, 1985
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Lo stato aveva costruito la acciaieria di Taranto per dare lavoro a circa 6.000 persone, al termine dei lavori di costruzione i circa 3.000 che avevano lavorato alla costruzione avevano piantato casino ed erano riusciti a farsi assumere anche loro.
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Dopo anni di perdite colossali i dirigenti Italsider, su ordini dall'alto, avevano commissionato ad una seria azienda giapponese una indagine per scoprire le cause delle perdite, pagando fior di soldi. I giapponesi avevano lavorato un anno e presentato ( ridacchiando ) le conclusioni : avete 3.000 dipendenti di troppo
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Nulla è seguito alla indagine ... come da manuale

Dopo che la gestione Italsider della acciaieria era costata allo stato una montagna di soldi...decidono di venderla al gruppo Riva, gente con le palle che aveva messo in piedi un gruppo di piccole acciaierie in Lombardia. Secondo me Riva, visti i bilanci, ha offerto 10 euro max per il tutto ( si parlava di 300 miliardi di perdita all'anno, tra gestione industriale e costo degli interessi sui debiti ).

Adesso una giudice si alza la mattina, mette una firma come suo dovere, e rischia di mandare in rovina mezza industria italiana.
Alcune domande che mi frullano per il capo :
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E' stata paragonata la situazione di Taranto con quella di acciaierie di simili dimensioni in altri paesi ? Il sottoscritto ha visitato quasi tutte le acciaierie in Europa, e non gli pare che l'aria attorno ad una acciaieria tipica profumi di violetta.
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E' stata paragonata la legislazione Italiana con quella degli altri paesi europei...ovvero esiste già una legislazione europea in vigore che determini i limiti per le emissioni... e quale è la situazione attuale dell' ILVA?
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Se i tarantini volevano un posto di lavoro e l' aria profumata hanno sbagliato a capire...a Milano l'aria di viale Sarca ha odorato per anni della gomma della Pirelli, ed i forni della Falck e della Breda non scherzavano neanche loro in quanto a polvere e residui carboniosi.
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Se l' ILVA non è a posto con i requisiti di legge...se ne accorgono adesso...dopo 30 anni ?
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Che cosa hanno fatto per 30 anni i vari dipendenti statali addetti al controllo ambientale sul posto...hanno giocato a scopone scientifico ?

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Qualunque persona ragionevole capisce che...se l'ILVA non era a posto...occorreva avvisarla che doveva rientrare nei limiti e darle un termine con riguardo ai tempi.
Se invece di fare questo abbiamo messo in piedi un casino tremendo...e sono sicuro che mezza Europa ci sta ridendo dietro...in un paese normale salterebbero diverse teste...quanti sono i fancazzisti che pagheranno ?
Vogliamo scommettere che non pagherà nessuno ?

Questa è la maledizione del nostro paese...che contrariamente alla legge della selezione naturale... qui vanno al potere sempre i peggiori e gli incapaci e i disonesti ...chi lavora paga per tutti...mentre i Lusi della situazione investono le decine di milioni di euro.
E' il sistema che è arrivato alla frutta ...e prima che ci porti tutti alla miseria ...è meglio che passiamo ad una democrazia vera...non quella fasulla del comunismo...ma una dove i cittadini comandano...controllano e stangano se necessario.